venerdì 30 maggio 2008

E le prese stanno a guardare!

Ah, l'altro giorno l'aula che ha scosso quella giovine è tornata agibile: sono state sostituite tutte le prese, finalmente ed io mi sono chiarito con l'uomo mandato dall'alto (sempre dal primo piano). Oggi ho solo questo da dire.

mercoledì 21 maggio 2008

Corrente sfusa...



Rileggendo i "moltissimi" post di questo blog, mi sono accorto che in tre mi lamento delle condizioni nelle quali viene mantenuto l'edificio, storico al massimo livello, che ospita la Facoltà di Architettura. Oggi, per cambiare tema, mi lamento delle condizioni nelle quali viene mantenuto l'edificio, storico al massimo livello, che ospita la Facoltà di Architettura.
Siamo arrivati addirittura a fornire "corrente elettrica sfusa" a basso costo e senza esplicita richiesta. Semplicemente una collega di corso, mentre toglieva la spina dell'alimentatore del portatile da una delle numerose prese elettriche penzolanti a "norma 46/90" dell'aula T5, ha avuto l'onore involontario di ricevere in dono una scossa da 220Vca fra punta e prima nocca del dito indice destro, con conseguenze quasi drammatiche per le corde vocali, inusitatamente utilizzate per emettere il conseguente grido stridulo di dolore! Fortunatamente, vuoi per un caso, vuoi perché nel suo Libro del Destino non era prevista la morte per oggi, l'interruttore magnetotermico-differenziale ("Salvavita®" N.d.A.) ha funzionato a dovere scattando una frazione di secondo dopo che il flusso di corrente aveva raggiunto la cartilagine fra la falange distale e la falange media, a differenza di quell'altro interruttore in un'altra aula che, invece di scattare, aveva fatto saltare tutto l'impianto elettrico dell'aula stessa (ma in quel caso il "colpevole" era un assistente).
Viene avvertita la guardia giurata che avverte la presidenza, probabilmente per l'ennesima volta. La presidenza invia un suo uomo ad evacuare l'aula immediatamente dichiarandola "inagibile". 'Sto pover'uomo si prende le mie incazzature quando, con decisione, ci chiede di uscire immediatamente dall'aula, manco stesse prendendo fuoco o stesse per sprofondare. Chiedo (per quattro volte, ma non mi aveva capito) di attendere un attimo affinché altri colleghi, assenti al momento, potessero ritirare la propria roba, compresi tre pc portatili. Lui, imperterrito ci chiede di uscire, allorché sbrocco contro la facoltà, la tasse che vanno al vento, ecc... solite cose, insomma! Il povero cristo credeva ce l'avessi con lui, ma lui non c'entra un cavolo visto che ha ricevuto un ordine "dall'alto" (dall'alto sarebbe dal primo piano): appena lo rivedo mi chiarisco.
Ora l'aula è chiusa, dichiarata "inagibile", anche se credo e non sono il solo che, una volta isolate le prese ritornerà agibilissima...

giovedì 15 maggio 2008

La civiltà di un popolo...

... si evince dal rispetto che ha per i propri... cessi!
14-05-2008: Facoltà di Architettura di Aversa della S.U.N.: per lavori di manutenzione sono inutilizzabili tutti e sei (sei uomini + sei donne + sei disabili e professori) i cessi! Secondo la legge sarebbe una struttura inagibile, ma nessuno è morto, quindi si può andare avanti... Quel cretino o cretina che ne abbia bisogno, può anche andare al bar per una volta, no? Ah, per chi non lo sapesse, l'ascensore, non è che non c'è, ma è necessario farsi consegnare la chiave dalla presidenza, adducendo validi motivi come, carrozzelle, stampelle, guallere, ecc.

lunedì 5 maggio 2008

Architettura senza uomo?

Riporto un mio intervento nel newsgroup it.arti.architettura:
[...] nel tentativo di estrema sintesi, non ho specificato quanto tu dici dell'umiltà del progettista che i "Big" non hanno, anzi, per usare un "parolone", "la ruotano e la ribaltano" a proprio favore, come se i loro nomi fossero già Storia dell'Architettura.
Oggi esistono due correnti: chi si ispira e rispetta la storia e chi se stra...te. I primi, fra i quali inserisco sicuramente Rafael Moneo con il suo museo, sono quelli che pensano opere nelle quali le forme e lo spazio hanno radici storiche e quindi consolidate; i secondi, fra i quali non posso non inserire Gehry ed i suoi "discepoli", vogliono essere la "nuova storia", trasformando lo spazio in maniera forse eccessivamente soggettiva, nel tentativo di non "ripetersi" con l'Architetture pre-Moderna. Leggendo anche un interessante articolo nell'inserto domenicale del Sole24Ore riguardante un passo del libro di La Cecla "Contro l'Architettura", nel quale l'autore critica, in questo periodo di Guest Star, la lontananza dell'Architettura dalle esigenze umane e dal vero interesse pubblico, mi sono ulteriormente convinto che, nella ricerca di nuove forme, lo spazio e l'uomo siano considerati separatamente, o meglio, non vengono messi alla pari nel processo creativo. Non sono contrario alle forme decostruttiviste, sono contrario ai processi creativi, pericolosi, che non vengono manipolati in funzione dell'uomo.
Pensa che per il corso di Composizione 2, per il tema d'anno (progetto di residenze per studenti e per famiglie in un comune in provincia di Caserta, nei pressi di una nuova sede universitaria che l'Ateneo NON ha affidato agli architetti della propria Facoltà...), il nostro professore ha fatto cominciare la progettazione dei cessi, perché: "... gli architetti, oggi, relegano sempre meno spazio ai servizi igienici, anzi, spesso, vengono incastonati in quegli angoli rimasti in avanzo... Dal cesso è che si comprende il reale rispetto che ha avuto il progettista per la sua opera e, di conseguenza, per gli utilizzatori.". Concordo con quanto dice il mio professore, 50enne, anche per esperienza personale: Renzo Piano, la "big star", secondo me più imprenditore di se stesso che architetto in senso puro, ha piazzato solo 16 bagni (in tutto, uomini e donne) nella chiesa di San Giovanni Rotondo che tra l'altro è in grado di ospitare 6500 persone. 6500:16= 406,25 persone a cesso, sperando che maschi e femmine siano in numero pari.
Concludo dicendo che, mi sembra la ricerca dell'inedito, che poi non è mai veramente inedito, sia il risultato del tentativo di confermare, ancora una volta, di affermare la nuova architettura rispetto alla vecchia, evolvendo il concetto del rispetto per il contesto storico, nel discorso della dignità propria del Moderno (rispetto la chiesa antica lasciandola lì, costruendo il moderno accanto facendo dialogare le due opere tramite l'enorme contrasto generato, quindi pari dignità. v. Casa del Fascio di Como). Il fatto è che la crisi del Novecento non è finita e non finirà certo nel corso delle nostre vite. Non è possibile distruggere 1900 anni di storia dell'Architettura ben consolidata con le sue regole e le sue forme senza conseguenze gravi e profonde sulla società, che è poi l'unica usufruitrice dell'opera architettonica. In pratica, quando Mies van der Rohe ha tolto i pilastri d'angolo alla Neuenationalgalerie di Berlino, ha fatto i conti con questa sovversione, così come li hanno fatti LeCorbusier ed i cinque punti, Wright ed Aalto con le prime forme "strane". Già nelle loro architetture, sempre nel tentativo di superare a tutti i costi il vecchio, l'uomo cominciava ad allontanarsi dal centro dell'opera architettonica, anche se la sua presenza era più immediatamente palpabile rispetto ad oggi.