domenica 11 ottobre 2009

Ci siamo persi i classici

Parlavo con un collega, mentre andavamo all'università in macchina, di manga e di tutte le cose curiose che vi accadono. Fra queste l'immancabile scena ai bagni pubblici. Ragionavamo sulla tradizione millenaria del bagno pubblico giapponese, luogo nel quale ci si andava a lavare quando in casa non c'era ancora l'acqua corrente e contemporaneamente si intrattenevano affari e relazioni, e nel quale ancora oggi ci si va quando in casa viene a mancare l'acqua o semplicemente per incontrare amici o rilassarsi. In quel momento dissi: "In Italia non c'è questa tradizione". Avemmo un "tilt" simultaneo: i Romani sono stati gli inventori delle terme nel mondo occidentale, ma noi abbiamo perso questa tradizione. Quelle che oggi vengono chiamate terme sono luoghi di cura, non bagni pubblici. Ed a proposito di bagni pubblici, i Romani hanno anche inventato i "Vespasiani", le latrine pubbliche che sempre di meno si vedono nelle nostre città moderne. Vogliamo parlare dell'indissolubilità del mens sana in corpore sano? Quante scuole in Italia uniscono sport (quello vero, fatto di ginnastica e gioco) e studio come facevano nell'antica Roma? Dobbiamo accontentarci di ammirare le scuole americane che non hanno fatto altro che fare tesoro della cultura classica. I luoghi di incontro come il Foro o la Basilica oggi sono praticamente scomparsi oppure sostituiti da centri commerciali o luoghi non costruiti con questo scopo (una bella eccezione è rappresentata dalla piazza intorno al monumento ai Caduti in Guerra di Caserta).
Non so spiegarmi il perché di questo oblìo. Sarà stato il Medioevo che ha cambiato indirettamente il nostro stile di vita, resta il fatto che la perdita dei classici rappresenta una grossa lacuna nella nostra tradizione