giovedì 11 aprile 2013

Progettare per chi va in tram

Prendendo spunto da un breve corsivo di Edoardo Persico, Carlo Melograni così intitola un 'piccolo prontuario' sul mestiere di architetto edito da Bruno Mondadori nel 2002. Un testo breve, scorrevole, pratico da leggere, nel quale sono contenuti i bilanci, non per forza negativi e fallimentari, del Movimento Moderno. Attraverso la sua esperienza di architetto, tra teoria e pratica, Melograni spiega come quello dell'architetto sia un mestiere chiamato a contribuire a migliorare le condizioni dell'abitare, non tanto per una classe d'élite che, tutto sommato, potendo far leva su un benessere economico più che elevato, può formare sui propri bisogni, la casa in cui vive, ma su quello 'strato' di popolazione, sempre più numeroso, che non ne ha le possibilità se non limitate alla diversa disposizione dell'arredo o al riutilizzo di spazi accessori per meglio riporre le proprie cose e vivere dignitosamente. Questi sono i viaggiatori in tram (in questo senso ne auspico, personalmente, un maggiore utilizzo, in sostituzione dell'automobile), studenti, operai, impiegati, aggiungo io, piccoli negozianti e artigiani, per i quali gli architetti, secondo una prassi positivista che vedo ancora attuale, prepareranno le case, ma anche gli uffici, i negozi, le botteghe, i luoghi dell'istruzione. Portare avanti queste idee in un tempo in così rapida trasformazioni, nel quale, spesso, i mesi si riducono in settimane, non è cosa facile, ma non è impossibile. Melograni suggerisce allora una possibile soluzione, un 'adagio' oggi spesso criticato di obsolescenza: dal cucchiaio alla città. Non una forma di pan-architettura, nella quale l'architetto progetta la città intera fino a scendere nel dettaglio più infinitesimo che è il cucchiaio da cucina, ma l'approccio del disegno industriale nel quale l'oggetto ha la sua bellezza nella forma della sua funzione: appunto il cucchiaio con la forma concava dell'incavo per meglio adattarsi all'anatomia della bocca, agevolata dal manico leggermente curvo. Così in architettura si dovrebbe badare alla funzione dei vari elementi dell'edificio per meglio adattarsi ai bisogni dell'essere umano che vi abiterà per poche ore al giorno o per tutto il giorno, per facilitare il riposo, la lettura, lo studio, il lavoro, la vita famigliare o lavorativa, dove la forma è modellata sull'uso. Allo stesso modo del disegno industriale, ma con la sensibilità di adattarne il disegno al luogo e, non ultime, alle normative, anche in architettura le soluzioni trovate in precedenza, possono essere riutilizzate, senza effettuarne copia conforme, ma studiandone a fondo i contenuti per riscoprirli e reinventarli, in un gioco nient'affatto superficiale. Una progettazione per elementi componibili dove la fredda serialità commerciale è sostituita dall'economia della progettazione. Queste però, come dice lo stesso Melograni, "sono armi a doppio taglio, capaci di produrre effetti positivi e negativi. Farne buon uso è responsabilità di chi progetta. Anche per l'architetto si pongono scelte in alternativa tra modernità e modernizzazione".