giovedì 21 aprile 2011

Pensieri indotti

Per fare un tavolo
ci vuole il legno
per fare il legno
ci vuole l'albero
per fare l'albero
ci vuole il seme
...
Il mio meccanico aveva un'auto in riparazione con il motore completamente smontato, pezzo a pezzo. Tutto il materiale era ordinatamente disposto a terra, su dei teli: monoblocco, pistoni, bronzine, albero a camme, cinghie, viti, bulloni, dadi, molle, ruote dentate, paraolio, guarnizioni, radiatore, vaschetta dell'acqua, cambio e ancora viti, lunghe e corte, una moltitudine di viti ed ancora altri piccoli pezzi dei quali ignoro l'utilità e soprattutto ignoravo l'esistenza. Ogni elemento formava dei piccoli gruppetti accostati al pezzo più grande dal quale era stato smontato come, ad esempio, una sorta di contenitore quadrangolare sagomato all'interno, probabilmente la coppa dell'olio che era posato vicino al monoblocco. Tutto era in ordine di smontaggio e di sequenza di montaggio. Mai avrei immaginato che il motore di un'automobile potesse avere tanti elementi minuti per una quantità tutto sommato non eccessiva di elementi per così dire, grandi. Un grosso indotto: quello che fabbrica le viti, quello che fabbrica le rondelle, quello che fabbrica i paraolio, quello che fabbrica le guarniziioni da mettere fra la rondella e la testa della vite o del dado che qualcun altro ha a sua volta costruito. Sembra un'esagerazione eppure ogni azienda è specializzata nel suo piccolo prodotto che deve essere certificato di qualità e soprattutto funzionare ed essere funzionale davvero. Se una vite si piegasse o si torcesse durante l'uso, manderebbe in frantumi l'intero motore; se un dado si sfilasse o un paraolio si spaccasse per l'eccesso di vibrazioni o di calore, rischierebbe seriamente di mandare in fusione tutto il sistema, così come accaduto a quell'auto (fasce elastiche completamente consumate per poco olio e ritardato cambio, pistoni espansi nei cilindri, motore crippato, bronzine al creatore, ecc.).
Come si rapporta tutto questo all'architettura? Non lo so, è meccanica, neanche design, eppure immaginare le tante mani che occorrono alla realizzazione di un disegno che è progetto, mi ha fatto riflettere e mi ha indotto a pubblicare questo post.

1 commento:

  1. Francesco,
    io non ho mai come facciano i meccanici a rimontare il tutto senza dimenticare qualche vite.
    :-)
    Buon tutto,
    Salvatore D’Agostino

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