Ho deciso di cambiare il tema della tesi e ho deciso di cambiare anche settore disciplinare quindi cambia anche il relatore.
Da un anno a questa parte, ragionando sull'architettura o, meglio, tentando di criticarla, è maturato in me un senso di disagio nel tema scelto (museo d'impresa). Non sentivo più lo stimolo iniziale per un argomento comunque interessante, ma per il quale non riuscivo a produrre risultati, forse per un fondo di disagio o senso di inadeguatezza che non riuscivo ancora a percepire. Mi sono sentito "stretto" nella morsa delle "mura" del Belvedere di San Leucio, eppure non avevo cominciato ancora a mettere mano all'idea. Forse il docente, preso dalle innumerevoli richieste di revisioni sia per gli studenti che per i tesisti, non ha saputo trovare il tempo di ascoltarmi, quando cercavo di farmi comprendere. Vuoi anche che, dopo un anno, la Facoltà non aveva ancora comunicato né l'inizio dei laboratori di sintesi finale, né i referee esterni per gli studenti che, come me, avevano scelto la laurea sperimentale, sulla scia di burocratizzazione estetica che negli ultimi due anni ha saputo intraprendere. Tutto questo ha contribuito al mio ripensamento.
La decisione per il cambio, come mio solito, è avvenuta negli ultimi quindici giorni. Ho già comunicato al docente le mie intenzioni, ma non ho ancora ricevuto risposta. Ad ottobre-novembre inoltrerò domanda per un nuovo settore disciplinare (progettazione) e per un nuovo relatore (già nella mia mente). La tesi sarà compilativa cioè non sperimentale la cui differenza, ormai solo burocratica, visto che il tempo da impiegare è comunque lo stesso, è quella dell'assegnazione dei punti finali che saranno sette, anziché dieci, ma a me non interessano affatto.
Con il relatore "presente nella mia mente" ho già collaborato, durante il tirocinio, al rilievo ed al progetto per un bene sequestrato alla camorra e ho avuto conferma, avendo già svolto con lui un laboratorio di progettazione al secondo anno con ottimi risultati, della sua capacità e volontà di ascoltare gli studenti, di porli quasi sul suo stesso piano, pur mantenendo il dovuto distacco tra docente e studente. C'è da dire che, nella lista delle preferenze richiesta all'atto dell'inoltro della domanda per la scelta del tutor, questo docente era il secondo dopo il precedente, ma, oggi, non è affatto un ripiego. Forse era quello definitivo già l'anno scorso, ma non ho saputo accorgermene.
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